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azienda in crisi cosa fare

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Azienda in crisi cosa fare

Imprenditore è colui che esercita professionalmente un’attività economica” pertanto non esiste un’azienda senza imprenditore il quale ne è il cuore pulsante e spesso e volentieri il responsabile principale dell’azienda in crisi.

L’imprenditore compie spesso sforzi enormi per la sua azienda sia fisici sia finanziari e che lo responsabilizzano a livello personale e quando interviene la crisi, dovuta magari al poco denaro che circola, alla forte concorrenza, ai clienti che non pagano perché sono a loro volta in difficoltà, spesso avviene il tracollo dell’imprenditore che non sa cosa fare e si chiude in un circolo vizioso fatto di prestiti bancari che sa che non potrà restituire, pagamenti non fatti a fornitori, tasse non pagate e via dicendo.

Come deve comportarsi quindi un’imprenditore davanti ad una crisi della sua azienda ? Cercare di andare avanti sperando  di porre rimedio alle difficoltà o prepararsi  alla cessazione delle attività? In questo articolo non ci occuperemo della parte squisitamente tecnica e legislativa che aiuta nella gestione della crisi aziendale ( meccanismo negoziale per i soggetti non fallibili per l’estinzione delle obbligazioni vedi  L. 27 gennaio 2012, n. 3 e  L. 18 ottobre 2012, n. 179 oppure della legge fallimentare rivista e corretta dal D.L. 22 giugno 2012, n. 83 conv. con modif. dalla L. 7 agosto 2012, n. 134) perché siamo fermamente convinti che dalla crisi aziendale si può uscire e che la persona chiave che può farlo è proprio lui: l’imprenditore.

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Prima di tutto il saggio imprenditore deve capire bene se è il caso di proseguire un’attività che merita ancora fiducia o debba chiudere la sua azienda perché insanabile, analizzando accuratamente tutti gli aspetti e le cause della crisi; individuare i punti di forza del business aziendale da cui si dovrebbe partire per risollevare l’impresa e i punti di debolezza da superare per ricondurre l’azienda in una situazione di equilibrio economico e finanziario. L’analisi accurata del Bilancio aiuta moltissimo a comprendere meglio la situazione aziendale. Il principale elemento da verificare è il fatturato,  l’aumento del valore delle rimanenze, aumento di costi di logistica, e metterle in relazione con i dati storici dell’azienda e con i dati macroeconomici. analisi, indici di bilancio, grafici etc; ma tutto questo a volte può essere inutile se le vere cause della crisi risiedono nel fatto che i nostri clienti non ci pagano più, se la nostra azienda non riesce più a sviluppare fatturato perché i competitors si sono fatti più agguerriti e catturano i nostri clienti, se siamo tecnologicamente superati e non più appetibili dal mercato.

Allora forse è il caso di fare un passo indietro e guardare attentamente il nostro video introduttivo per capire meglio cosa può fare un’azienda per superare una crisi e anche  per evitare di entrarci.

Il video inizia con queste parole:

Ora sei nel presente; dietro c’è il tuo passato e davanti il tuo futuro.
Se chiedi a te stesso quale vuoi che sia il tuo futuro è facile che la tua risposta sia “non lo so, non ho idea”.
È normale che tu sappia cosa ti piace e cosa non ti piace nel presente e, se ti fermi a pensare, scopri anche quello che ti è piaciuto o non ti è piaciuto nel passato; ma se non te lo chiedi anche per il futuro, resterà un’incognita.

Come dicevamo l’imprenditore è il vero perno dell’azienda, colui che decide non solo per il suo business ma anche per tutto ciò che circonda la sua azienda.

I clienti, i fornitori, i dipendenti, il fatturato, sono tutti elementi che nascono e dipendono da un’unica mente che controlla e decide ogni giorno il da farsi. E da queste decisioni dipenderà il percorso aziendale ma anche la sua eventuale crisi.

In Italia troppo spesso troviamo situazioni manageriali che dipendono di fatto da una sola mente che decide senza consultarsi con altri ( consulenti d’azienda , manager etc) e così via nella catena di comando si pensa più al potere che ne deriva dal gestire qualcosa che al suo effettivo bene nel tempo.

Ma anche in una ditta individuale può accadere che l’imprenditore faccia il bello e il cattivo tempo prendendo decisioni affrettate senza consultarsi e confrontarsi incorrendo poi in catastrofici risultati.

Purtroppo non è l’imprenditore ma il mercato che comanda e decide per cui anche la più bella idea imprenditoriale può diventare presto obsoleta e non più appetibile  perché il mercato cambia rapidamente e portare l’azienda in crisi se non ci si riallinea a livello tecnologico o di marketing aziendale.

Partiamo dalla zona comoda. Molti pseudo imprenditori ritengono che sia sufficiente cavalcare un determinato settore magari in voga in un determinato momento per fare business. Così facendo si innestano in un mercato altamente concorrenziale con il risultato di dover assorbire tutti i colpi che derivano dalla concorrenza; primo fra tutti la riduzione dei prezzi con il risultato di vedersi mangiare a poco a poco tutti i margini inizialmente previsti fino ad arrivare ad un punto di non ritorno in cui il margine… non c’è più.

Questi imprenditori non hanno idee di business, non hanno neanche la voglia di essere imprenditori, abbracciano un business sicuramente vincente per stare in finestra e godersi i risultati.

Negli Stati Uniti funziona molto poiché è spesso legato ai franchising di tipo ristorativo o alimentare o di altra tipologia che garantisce un reddito elevato ma in Europa e in Italia il percorso è sicuramente diverso e non sempre il meccanismo importato da altri stati riesce a svilupparsi anche qui.

Essere imprenditori è ben altra cosa. Significa saper combattere ogni giorno per vedere la propria idea di business crescere in funzione al proprio impegno e alle capacità, significa sacrificare la propria vita al servizio di un’idea e non prendere continuamente dalla propria azienda soprattutto quando non è possibile farlo.

La crisi si può evitare! E anche quando c’è si può superare. E’ nel momento della crisi che si vede se la propria azienda è solida e sana. E’ vero il decremento di fatturato e i clienti che non pagano sono delle vere e proprie bombe che distruggono le aziende ma l’imprenditore deve sempre essere in grado di creare delle adeguate difese.

Il mio prodotto o servizio non va più, l’azienda è in crisi. Bene e cosa facciamo? Continuiamo a proporre lo stesso prodotto o lo stesso servizio sperando nel cambiamento del mercato? Esistono delle strategie per analizzare periodicamente il prodotto o il servizio e capire se il mercato reagisce positivamente o chiede magari maggior tecnologia. Se vendo televisori o telefonini dovrò avere una rotazione di magazzino velocissima e capire subito l’andamento del mercato anzi… in realtà il mercato io devo prevederlo. Come? Oggi è molto facile, faccio ricerche su internet, mi informo, guardo i tutorial, vado alle fiere di settore, analizzo il mercato estero prima che il prodotto arrivi in Italia etc. Questo vale per tutte le tipologie di prodotti o servizi. E se sono in crisi molto probabilmente posso reinventarmi un prodotto o servizio allineandolo a ciò che richiede il mercato in quel momento; probabilmente incrementerò anche il mio fatturato.

Spesso e volentieri ci troviamo di fronte persone che hanno gestito per una vita un determinato settore e ci dicono che alla loro età non si può imparare a fare qualcosa di diverso. E’ un concetto totalmente sbagliato. Rinnovarsi e crescere è alla base di tutto e va fatto ogni giorno investendo nella ricerca e nella tecnologia per allinearsi al passo con i tempi,  non una volta ogni vent’anni!

I clienti non mi pagano l’azienda è in crisi. Sicuramente questo è un bel problema e danneggia enormemente l’azienda che è costretta a rivolgersi al credito bancario innescando un meccanismo tortuoso che quasi mai si riesce a recuperare.

Qui il problema non è il prodotto o il servizio perché il fatturato c’è ma manca la liquidità necessaria. In questi casi pur di mantenere il fatturato l’azienda concede di più al proprio cliente: concede più tempo ( 30, 60, 90 giorni etc)  concede più merce, concede pur sapendo che questo è un potenziale danno per l’azienda perché spesso porta a crediti inesigibili  o a ritardi mostruosi che incidono fortemente sul ricarico o addirittura lo annullano.

L’azienda in questi casi privilegia la quantità del fatturato piuttosto che la qualità anche perché dovendo rispondere alle banche non può permettersi di esporre una riduzione di fatturato ( che ne determinerebbe un rating peggiore = banca da meno soldi o richiede il rientro) e quindi innesca anche qui un meccanismo vizioso che certo non è all’origine di un’azienda ” sana” .

Farsi pagare è sempre un grande problema ma spesso e volentieri deriva sempre dal fatto che il cliente non vede come “ così appetibile “ il prodotto o servizio fornito dalla nostra azienda oppure può acquisirlo più o meno con lo stesso livello qualitativo da altri e quindi per una logica di concorrenza noi siamo disposti a concedergli delle facilitazioni pur di venderglielo.

Se desidero veramente una cosa faccio di tutto per averla e sarò disposto a pagarla il prezzo che viene richiesto. E’ il caso di chi opera quasi in regime di monopolio o chi ha prodotti o servizi che si distinguono e che quindi non sono comparabili. Se vendo qualcosa che altri non hanno devono acquistarla solo da me e sarò io a dettare le condizioni di vendita.

Ecco che in questo caso è l’imprenditore che fa il mercato e non lo subisce perché immette in circolo un prodotto o un servizio che è appetibile dal mercato stesso e non ha nessuna concorrenza.

Chiunque è disposto a pagare e subito per avere qualcosa di nuovo di tendenza ed esclusivo.  Questo vale anche per i rivenditori di merce perché sanno che rivenderanno velocemente  il prodotto ricavandone un reddito garantito. In un certo senso anche per i servizi è così ma non sempre e quindi se diversifico il servizio e lo rendo diverso sarà più difficile che il cliente finale possa confrontarne il prezzo con altri quindi se non è comparabile sono anche qui in un posizione dominante.

Un caso eclatante riguarda le agenzie di viaggio, un settore che conosciamo da sempre e che attraversa un periodo nero.

Il mercato dei viaggi è un mercato veramente difficile perché i viaggi li vendono tutti, è possibile trovare brochure informative anche nei supermercati.

Ormai i Tour operator stanno letteralmente scomparendo e le agenzie di viaggi chiudono ogni giorno.

Chi sopravvive? Chi ha solidità esperienza e propone prodotti di viaggio particolari e di qualità ma soprattutto creazioni di viaggio innovative studiate per un cliente specifico che non trova comparazione nel mercato ordinario dei viaggi che si combatte a suon di sconti e offerte. Internet in questo caso è diventato una vera e propria bestia nera per il turismo perché  mette in contatto diretto cliente e struttura ricettiva, compagnia aerea e noleggio auto hotel e quant’altro con un semplice click facendo sembrare l’agente di viaggi un personaggio totalmente inutile mentre in realtà è un vero e proprio consulente che nell’immaginario del cliente viaggiatore non è in grado di fare la differenza tra un semplice viaggio organizzato e un’esperienza di viaggio da ricordare nel tempo.

Riguardo alle dilazioni di pagamento c’è sempre una logica alla base di una dilazione. In questi ultimi tempi sono tornate di moda le cambiali che erano praticamente scomparse molti anni fa segno inequivocabile che di denaro ne circola poco.

Ad ogni modo l’imprenditore deve sempre avere il controllo del mercato e delle liquidità anche se il momento economico non aiuta. Un’azienda è una macchina complessa che in piena attività prevede una liquidità necessaria continua che non si può arrestare. Ecco perché in linea generale si deve sempre preferire l’uso del denaro proprio e non di terzi se non per finalità legate agli investimenti e accumulare denaro in periodi di vacche grasse per poi utilizzarlo nei periodi in cui serve veramente. Un’analisi continua delle risorse necessarie programmate nel tempo e l’utilizzo di un cash flow cast che aiuti a definire tutte le spese e le entrate sicure nell’anno aiuterà sicuramente a programmare ogni criticità prima che questa avvenga per limitare o addirittura evitare le situazioni di crisi aziendali o per gestire accuratamente gli incassi e i pagamenti da effettuare evitando il ricorso al sistema bancario.

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