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come aprire partita iva impresa o libero professionista

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Come aprire partita iva impresa o libero professionista

aprire-partita-iva-agenzia-delle-entrateScopri come aprire la partita Iva in modo facile e con tutte le informazioni per la tua impresa o se vuoi esercitare come libero professionista. Per i liberi professionisti, gli Artigiani, negozianti, a tutti occorre la partita Iva; ma quali sono i vantaggi e le spese per aprire la partita Iva, come aprire una partita Iva, come conoscere  il giusto codice Ateco applicabile e quali sono tutti gli adempimenti per agenzia delle Entrate, oppure con regime dei minimi per aprire una partita Iva  giovani ?

Tante domande necessitano di altrettante risposte e spesso, soprattutto per i giovani inizia una affannosa ricerca per individuare la tipologia migliore di regime applicabile per iniziare a lavorare in modo autonomo. Iniziamo con il dire che la partita Iva è un codice di 11 cifre che viene attribuito ad ogni individuo o azienda che ne faccia richiesta e serve per identificarsi all’agenzia delle entrate come lavoratore autonomo produttore di reddito d’impresa o professionale. Dopo di che si si dovrà iscrivere alla gestione Inps dei commercianti, artigiani o lavoratori autonomi ( Inps gestione separata) mentre per coloro che godono di  una cassa previdenziale  autonoma questo passaggio sarà diretto all’iscrizione presso la propria cassa previdenziale ( avocati, Inarcassa per ingegneri e geometri, Enpam per i medici etc)

Aprire una partita Iva, oggi, è un’operazione relativamente semplice da effettuare per via delle semplificazioni introdotte grazie all’utilizzo di Internet; è infatti sufficiente seguire questo link per approdare a un’ apposita sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate per trovare l’ufficio competente e per  scaricare i moduli necessari, che saranno inoltrati per via telematica. La procedura effettuata direttamente dall’utente per l’iscrizione non ha alcun costo.

Questo invece il modello AA9_12 che puoi tranquillamente scaricare visionare, compilare  e presentare direttamente all’Agenzia delle Entrate competente in modalità cartacea per aprire la tua partita Iva.

Tuttavia, quando si deve iniziare una nuova attività, sono molti i dubbi e le problematiche da affrontare per valutare bene vantaggi e svantaggi ma soprattutto i costi, a volte anche considerevoli che  mantenere una partita Iva può comportare nel tempo specialmente se non utilizzata.

A volte infatti si apre una partita Iva e la si lascia li in stand by senza preoccuparsi del fatto che l’apertura comporta delle dichiarazioni da effettuare  e a volte se non si inquadra bene il regime adottato  e si fa la scelta sbagliata, anche problemi con gli studi di settori, dichiarazioni non presentate e tante altre problematiche che possono comportare grosse seccature.

Alcune tipologie di attività ( reddito d’impresa) prevedono inoltre l’iscrizione alla Camera di Commercio e registro imprese , le professioni artigianali prevedono l’iscrizione all’artigianato con determinati requisiti  e il pagamento dei diritti camerali ogni anno a cui occorre poi aggiungere tutte le spese inerenti la gestione dei libri contabili.

Per questo attività di solito almeno l’inizio attività necessita di una consulenza di un commercialista che possa dare le giuste informazioni anche in termine di inquadramento corretto ( esempio regime dei minimi o creazione di una srl s) analizzando insieme l’opportunità avuta ( il motivo per cui si apre una partita Iva)  le caratteristiche specifiche, il fatturato e possibilmente anche un budget di costi e ricavi presunti . Il commercialista guida anche sull’assolvimento dei vari adempimenti fiscali e contributivi obbligatori derivanti dall’attività esercitata e in accordo al regime prescelto.  Il calcolo di convenienza infatti fa fatto analizzando a 360 gradi anche i costi futuri legati alla situazione specifica e non semplicemente basandosi su regole generiche trovate sui vari forum di internet conosciuti chissà dove e chissà per quale soggetto.

Le situazioni analizzate su internet non sono adattabili  per tutti; chi apre un’attività deve conoscere le regole adottabili per la sua situazione specifica; analizzarle con un esperto commercialista del settore e poi valutare la sua scelta.

Pur conoscendo lo scarso budget di chi inizia uno start up è sicuramente preferibile  affidarsi a una consulenza specifica in fase iniziale dell’attività per poi risparmiare nella successiva gestione degli adempimenti, magari gestendo in proprio la fatturazione e una sorta di contabilità come accade ad esempio nella console telematica fattura 24 che fornisce anche servizi gratuiti.

 Le imposte applicate sul reddito di lavoratori autonomi ed imprese sono corrispondenti a Irap e Irpef: entrambe queste imposte variano in proporzione al reddito dichiarato, incidendo per circa il 35 % del fatturato. Nel regime dei minimi  e nel forfettario esiste una forma agevolata che consente una tassazione forfettaria, la non applicazione dell’Iva e dell’Irap. Ad esempio il regime forfettario non sempre risulta conveniente soprattutto perché fissa in maniera definita ( in percentuale) il pagamento di imposte e contributi e non permette la detrazione di costi che potrebbero far pagare meno tasse così come la detrazione dell’Iva sugli acquisti pagata.

Pertanto il regime forfetario conviene a chi non ha proprio nulla da detrarre sia relativamente all’Iva sia ai costi; viceversa chi sostiene entrambi  nell’esercizio della propria attività deve sempre attentamente valutare la scelta del regime,  tenendo conto di tutti i possibili variabili parametri.

Ma è sempre necessaria la partita Iva per accettare un lavoro ad esempio di basso reddito? Decisamente no! Come già abbiamo affrontato in precedenza in tutte quelle occasioni in cui viene richiesta una   collaborazione occasionale spot  è possibile emettere una ricevuta con ritenuta d’acconto evitando quindi l’apertura della partita Iva con un elevato rapporto beneficio costi/tempo impiegato; in altri casi specifici è possibile invece utilizzare la ricevuta per diritti d’autore soddisfacendo in questo modo i propri rapporti con il fisco.

Solo coloro che percepiscono un reddito d’impresa o di lavoro autonomo continuo nel tempo sono obbligati ad avere una partita Iva.

codice-atecoAvere una partita Iva significa anche entrare nell’ottica di possedere uno spirito imprenditoriale e conoscere i requisiti necessari e tutti i costi che bisognerà sostenere. Non si può infatti entrare nel mondo del lavoro autonomo pensando di diventare un dipendente di se stessi o di continuare ad essere dipendente se si proviene ad esempio da quella tipologia di lavoro.

Capire prima di tutto le proprie capacità di successo che si concretizzano nella capacità di creare fatturato. Il fatturato è sempre la chiave principale. Non ci si deve soffermare nell’analisi dei soli costi poiché un’attività va vista nel suo insieme. Il Fatturato è la chiave per garantire la copertura futura di tutti i costi e ambire a un reddito giusto e commisurato alla qualità e quantità dell’impegno impiegato nella propria azienda. Ad esempio l’investimento iniziale magari sui costi pubblicitari o di creazione della struttura ( mobili ufficio, attrezzature) sicuramente inciderà molto nel budget ma se ben canalizzato potrà produrre maggior fatturato quindi una copertura garantita dei costi di start up.

Per questo la figura del commercialista è importante, poiché un bravo professionista sarà in grado di guidare l’imprenditore/professionista nell’analisi di tutte le variabili che possano garantire un fatturato possibilmente stabile e sicuro e con buone garanzie di incasso non sempre un elemento sicuro nella economia moderna.

Anche la previdenza è un elemento importante da comprendere. Sostenere i contributi Inps o di casse autonome è sicuramente un fardello più o meno pesante e spesso indigesto per chi avvia un’attività. Ma poter beneficiare di una pensione futura è comunque un elemento importante da considerare anche se avanti nel tempo. L’iscrizione Inps è obbligatoria per le ditte individuali esercenti redditi d’impresa o artigianali ed è soggetta ad iscrizione ( modello AC Camera di Commercio) e grava come contributo fisso per un importo annuo di circa € 3.600,00 suddiviso  in quattro rate annuali scadenti il 16 maggio, il 16 agosto, il 16 novembre e il 16 febbraio dell’anno successivo; previsto anche un contributo in percentuale che varia dal 20,09% al 21,09% al superamento del reddito minimo di €14.334,00.

Mentre per i professionisti senza cassa è prevista l’iscrizione alla gestione separata Inps attualmente al 31,72%  commisurata al reddito dichiarato. I contributi minimi usufruiscono di uno sconto ulteriore ( il primo riguarda la percentuale di forfetizzazione che viene calcolata in base all’attività dichiarata) pari al 35%.

 


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